A 30 anni conoscere un uomo è un po’ come giocare a TempleRun: hai appena superato l’ostacolo ed ecco il burrone.
In una sorta di ordine cronologico di questa tragicomedia vi parteciperò tutto il disagio incontrato, ma attenzione (!!!), il primo caso umano di questo ultimo anno non può essere descritto con un solo post; merita prefazione, svolgimento e postfazione.
Bel tipo, cervello inversamente proporzionale al riflesso che lo specchio rimanda di sè, in fissa con la palestra, 38 anni di cui 15 passati fidanzato con una che lo ha reso un cervo. E giustamente, dopo qualche mese, quando ancora indossava la veletta funebre per la fine, funesta, della sua relazione, chi ha incontrato?
La sottoscritta.
Oggi parleremo della prima uscita, perché già da quella avrei dovuto subodorare il disagio, e invece no. Imperterrita.
Mi lascio convincere ad andare a prendere un caffè, arrivati sul luogo inizia il calvario.
Seduti ad un tavolino, mi rappresenta tutto il suo diario clinico (letteralmente) e mi snocciola tutti i particolari della sua storia appena finita: un monologo alla Marzullo accompagnato da spremuta d’arancio con un tocco di dolcificante.
Io che non sapevo quale scusa inventare per scappare e lui che alla fine mi ha chiesto se gli compravo il mio profumo.
Dalla terra d’Abruzzo è tutto, per il momento.
A presto per la prossima puntata.
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