Il caso umano sono io che non riesco a difendere mia figlia dagli attacchi, la derisione e la diffamazione da parte di mia cognata.
Ho fatto l’errore di dire apertamente che a mia figlia adolescente è stato diagnosticato un disturbo della personalità, per il quale è in cura presso validi professionisti. Mia figlia non frequenta mia cognata, non si interessa a lei e non le fa niente. Non si cura minimamente della famiglia di origine di mio marito. È una ragazza molto bella e molto ammirata, popolare tra i suoi coetanei. Prima dell’esordio del disturbo, andava bene a scuola, mentre ora fatica a concentrarsi, sebbene la riuscita dell’anno scolastico non sia in discussione.
Mia cognata, da quando l’ha saputo, fa continue allusioni al disturbo, alzando la voce di molti toni, dicendo che quelli che ne soffrono andrebbero tutti rinchiusi o messi al mu*o. Lo dice con una cattiveria senza pari anche di fronte a noi genitori.
Tutti abbassano la testa o la girano, quando lo fa, ma nessuno osa risponderle perché i suoi tre figli sono autistici e dunque, agli occhi della morale attuale, è la madre di bambini (anche se ormai sono maggiorenni) speciali/angeli/esseri meravigliosi. L’abbiamo sempre trattata con i guanti e lo stesso i suoi figli, nonostante gli innumerevoli disagi causati a tutti dalla loro patologia.
Mio marito ha soltanto osato dire, all’ennesima scarica di veleno: ma come puoi stigmatizzare un disturbo psichiatrico, tu che hai tre figli psichiatrici gravissimi, con compromissione cognitiva?
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