Io dall’altra parte provavo in ogni modo a “insegnargli l’amore”, a fargli capire che per noi due, per ciò che avevamo, valeva la pena correre il rischio di mettersi a nudo, valeva la pena smussare gli angoli dei nostri modi di vivere.
Lo vedevo vacillare ogni tanto, ma poi nulla di fatto cambiava.
Quindi un bel giorno, stanca di liti, lacrime e incomprensioni, raccolsi tutte le mie forze e lo lasciai andare nonostante lo amassi profondamente: la cosa più difficile che ho fatto nella vita, più del cancro che ho dovuto poi combattere.
Andammo avanti con le nostre vite e dopo un periodo di forzato silenzio riuscimmo a ricostruire un rapporto civile e affettuoso, con le dovute distanze, scambiandoci tanti msg, vedendoci ogni tanto per un caffè.
Imparai con gran fatica a volergli bene e basta.
Nel 2015 sono rientrata in Italia, e nonostante questo non ci siamo mai persi del tutto: lui ogni tanto dal nulla mi manda qualche vecchia foto o frasi delle mie lettere, io per vari motivi torno nella sua città una volta l’anno circa, e in queste occasioni troviamo sempre il modo di vederci. Anche durante i 4 anni in cui ero felicemente fidanzata con quello che credevo l’uomo della mia vita, ho sempre avuto piacere a passare del tempo con lui, senza secondi fini.
Quando ci vediamo chiacchieriamo e basta, non ci sono mai state ricadute, ma ogni volta gli leggo negli occhi di non essergli indifferente, che quel qualcosa di speciale fra noi due è ancora lì sepolto da qualche parte.
E io ammetto che lui mi fa sempre un certo effetto.
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