Non so se il caso umano sono io o è lei, N.
Vorrei avere un parere in merito.

Conosco N. al mare. Lei ha 18 anni ed io 10 di più, io uno studente laureando un po’ sfigato e lei la più bella della comitiva. Sono molto attratto da lei, ma un mio goffo tentativo di baciarla viene bruscamente respinto e desisto pieno di vergogna.

Non contenta, N. mi prende in giro davanti a tutti. Io reagisco, litighiamo e da allora non ci salutiamo neppure più. Passano 10 anni e ci incontriamo nuovamente per un caso fortuito (ma non tanto, vengo a sapere io dopo).

Dopo una settimana ci mettiamo assieme, e dopo qualche mese arriviamo al “living apart together”. A questo punto N. mi propone di venire a stare da me per il tempo necessario a trovare un nuovo lavoro più redditizio ed un’altra casa migliore in affitto.

All’inizio penso di dirle di sì, anche se la sistemazione da temporanea rischia facilmente di trasformarsi in stabile. Ma a me non importa, perché N. mi attira tantissimo ed è un’ottima compagna. Però in poco tempo vengo a sapere su di lei diverse cose spiacevoli (ha la fama di scroccona e di arrampicatrice sociale) e le nego la possibilità di trasferirsi da me.

Possiamo rimanere trombamici, però.

Lei a questo punto si arrabbia, io pure, spiacevole discussione e fine della storia.

Lei dopo neppure due anni si sposa, io aspetto altri sei anni e mi sposo anche io… con una donna che fisicamente pare la sua sosia.

Il suo, però, (a differenza del mio) è un matrimonio infelice, anche perché (penso io) N. è costretta ad un tenore di vita assai modesto, molto diverso da quello brillante che faceva con me. Dopo 11 anni di matrimonio e due figli, N. lascia il marito.

E ieri mi chiama al telefono.

È molto depressa e vuole vedermi. Io le dico che non ho nessuna voglia di vederla. Lei si arrabbia e mi accusa di essere la causa di tutti i suoi guai, perché lei avrebbe voluto rimanere con me. Arriva a dire che quando aveva 18 anni non mi avrebbe voluto rifiutare, ma non aveva sopportato il mio atteggiamento molto rozzo e sbrigativo.

In conclusione, poiché non ho voluto restare con lei, sono la causa di tutti i suoi guai, ed ho il dovere di sostenerla moralmente (ma anche materialmente, ipotizzo io con malizia) in questa difficile situazione. In conclusione, non ho capito neanche se devo farle da amico o che cosa. Insomma, il caso umano è lei, un’avida manipolatrice, oppure sono io, cinico insensibile, che non mi sono accorto dei suoi sentimenti in tutti questi anni?

Che dovrei fare?

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Claudio Michelizza

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