“E chi sei? Un rompicoglioni sei!”. Per fortuna capisco abbastanza presto chi sta imitando, così va via anche lui. Chiudo la porta a chiave. Finalmente nessuno potrà disturbarci. Ci mettiamo sul letto, manco trenta secondi e bussano ALLA FINESTRA. Era l’ingresso del giardino della casa, ma fuori non c’era nessuno e la serranda era abbassata.
Lei si alza, apre la finestra e sbuca un tizio paffutello in un completo color cachi (che palesemente non può essere un partecipante a quella festa di sfascioni). Le dice: “Ciao, sono il ragazzo del piano di sopra. Il cancello non funziona quindi ho scavalcato il muro del giardino, non è che posso passare da qui?”. Lei si scansa per farlo passare, mi vede sdraiato sul letto con le mani dietro la testa. “Ciao, sono il ragazzo del piano di sopra…” – “Sì sì, ho sentito, vai.” Fa per aprire la porta della camera, che ovviamente non si apre perché era chiusa a chiave. Mi riguarda. Lo riguardo. Gira la chiave e se ne va. A questo punto anche lei, forse stufa di tutto sto casino o forse perché era finito l’effetto della vodka, imbocca la porta ed esce. Mai più vista.
Sipario. Commozione in sala.
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