Cantata dai bardi dei 9 mondi

Premetto che in questa ilare vicenda i CU non siamo né io né la pulzella in questione, però probabilmente lo sono tutti gli altri attori che hanno contribuito al successo di questa storia, che si tramanderà per generazioni, cantata dai bardi dei 9 mondi.
Avevo sui 20 anni e un amico mi invita ad una festa universitaria a casa di un suo compagno, al grido di “vieni che è pieno di gnocca”. E chi sono io per rifiutare una simile offerta? Classica festa di studenti senza soldi, con fiumi di birra in lattina e vodka scadente allungata con la Guizza Lemon. Però, non si sa bene come, a metà serata mi ritrovo su un divano a limonare con la tipa più carina della festa (alla fine ‘sta vodka non era così male si vede).
Poco dopo lei mi propone di andare in camera da letto (rivaluto pure la Guizza Lemon, che a questo punto deve avere dei poteri magici). Miracolosamente in camera da letto non c’è nessuno, ma mentre entriamo ci segue l’ex di lei e, probabilmente per tentare di evitare ciò che sembrava inevitabile, si mette a giocolare con il “diablo” (avete presente no? Quella specie di clessidra che si fa roteare su un filo). Noi seduti sul letto, lui giocola. “Mattia esci” dice lei. Niente. “Mattia per favore”. Niente.

Al novantanovesimo tentativo finalmente Mattia va via, forse offeso perché non si chiamava Mattia. Bene, mentre lui esce entra il mio amico (sì, proprio quello che mi aveva portato perché si rimorchiava) ubriaco marcio, con un casco integrale in testa che si muove a mo’ di robot. “Da’ guardami! Chi sono? Eh? Chi sono?”.