Certe persone sono fenomeni, ma non nel senso positivo del termine. Dico “fenomeni” per non dire reietti o casi inumani. Quello di oggi ha un ego che lo precede, e lo dimostra nella strategia d’attacco che adotta quando deve approcciare qualcuno. Non al bancone del bar per offrire un drink, ovviamente, sarebbe troppo plebeo.
Lo fa nelle chat, nascosto da uno schermo mentre probabilmente non si accorge del lezzo di sudore che infesta la sua stanzetta. Si presenta, il fenomeno, scegliendo per te entrambi i ruoli: tu sei l’America, lui è Cristoforo Colombo e per lui dovrai valere la pena. Lui è bravo e bello, tu devi intrigarlo e, se riuscirai, verrai conquistata. Amica, a lui non importa se gli dici che sei fidanzata: lui deve aggiungerti al suo harem e devi superare la prova d’intelligenza, avere un francobollo in più nella sua confezione non lo spaventa. Anzi.
Lui cerca di ammaliarti, convinto che un giorno lo amerai come tutte le altre. La concezione di sé è così vasta da superare quella famosa vastità cui spesso ricorriamo per smontare una conversazione.
Non è tutto: se credi che il fenomeno sia il solito seccatore, sappi che secondo lui sei in errore. Bella, sei fortunata a conoscerlo.

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