#esconodallefottutepareti
Mio figlio ha iniziato le scuole medie. La cosa di per sé non è degna di alcun interesse, ma l’inizio delle medie coincide con alcuni cambiamenti importanti.
Intanto comincia a muoversi autonomamente. Sono finite le corse per arrivare in tempo all’entrata o all’uscita. Ora lui si prepara lo zaino, saluta, ed esce.
Tu sospiri, ti pregusti 10 minuti di silenzio…
Lui suona. Ha dimenticato la giacca.
E la merenda.
Ah, la borraccia .
Il libro di italiano l’ho preso?
Esce di nuovo.
Suonano i compagni del pedibus che hanno paura che sia già andato.
La mamma di quello che abita 50 metri sopra scrive per sapere se è arrivato.
Quella della bambina che abita la curva dopo di te avvisa che la creatura si sta ancora pertinando i capelli.
Mentre rispondi, saluti gli intrepidi mentre si incamminano soli e baldanzosi verso la scuola, che probabilmente ha già chiuso.
Quanta tenerezza! Echeduecojoni!
Insomma, è da carburare, ma rimane una svolta epocale!
L’altra svolta epocale è che, vivendo in un’epoca ansiosa e controllante, questo cambiamento è accompagnato dal telefonino.
E quindi dalle chat di classe.
Non le chat delle mamme, no. Le chat dei compagni. Se la chat delle mamme mi sembrava il male supremo, era perché ancora non avevo conosciuto questa.
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