La mia prima ragazza “seria” (le virgolette sono d’obbligo) era un caso umano: si definiva artista (e col senno di poi questo già è un campanello d’allarme), era molto stravagante e questo mi piaceva (sì, quanto ero ingenuo).

Ci frequentiamo vista la nostra comune passione per la lirica e il teatro e poi diventa una relazione vera e propria, a volte resta a dormire anche per due o tre giorni di fila da me, ma nel complesso un tempo comprensibile.

Dopo un paio di mesi insieme decide, di punto in bianco, di trasferirsi in camera mia (e dico camera mia e non casa mia perché avevo dei coinquilini). E con trasferirsi intendo che viene un giorno accompagnata dal padre e dal fratello con l’auto piena di roba sua per riversarla nella mia stanza. Non riuscii a sfancu*arla subito (ero ingenuo!).