A mie spese scoprii che il suo essere artista significava fare mille cose e non portarne a termine neanche una. In teoria faceva sculture con la cartapesta o materiale riciclato, collage e cera persa. In pratica la stanza diventò presto piena di chiazze di cera, bottiglie di plastica mezze tagliate, pezzettini di carta di giornale cosi minuscoli che li trovo tutt’ora in qualche zaino, pentolame per creare colle con la farina e quant’altro.
Insomma, per me che ho bisogno di ordine e sono piuttosto minimalista, mi sentivo soffocare in quella camera che non sentivo più mia.
Naturalmente, il trasferimento è avvenuto senza consenso né mio, né da parte degli altri coinquilini.
Visto che evidentemente non riteneva neanche lei giusto il vivere abusivamente in una casa senza contribuire ad affitto e bollette, evitava il più possibile di farsi vedere dai miei coinquilini quando non ero a casa in modo da non destare sospetti.
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