Non lo so quando ne ho preso coscienza… credo di averlo sempre saputo: la notte della vigilia, con la famiglia riunita attorno al tavolo, li guardavo, uno per uno, e ho capito… io non gli appartengo.

Non sono come loro, e sono fuori dalle loro dinamiche.

Mentre mia madre e mia sorella bisbigliavano complici, come sempre, io le osservavo: mia madre guardava mia sorella con una sorta di adorazione, come se fosse prossima all’estasi…

Lo fa sempre.

Anzi, se io le sto parlando e mia sorella le rivolge la parola, lei mi molla automaticamente, perdo proprio la sua attenzione. Non mi ha mai guardato così.

Non sono una bambina, ho cinquant’anni, e non sono nemmeno la classica “pecora nera”: sono laureata, svolgo una professione di tutto rispetto e ho uno stipendio coi fiocchi…