Vorrei raccontarvi la storia di M. già caso umano all’età di 25 anni, 16 anni fa.
Ho avuto la sfiga di conoscere M. all’alba dei miei 16 anni. Se avete fatto i conti avrete capito che c’era un’ampia differenza di età, ma non è questo il problema più grave.
M. era, ma credo sia ancora oggi, la persona più insipida sul creato: non una passione, non uno sport o altro di cui poter parlare. L’unico suo passatempo, a parte i trattori (ma vabbè ad ognuno il suo) era adescare ragazzine molto più piccole, regalare loro ricariche al cellulare (ora vi sblocco un ricordo *le ricariche da 3€ della vodafone* ) e dopo pochissimi giorni dal primo approccio, con le scuse più banali (portafoglio dimenticato, cambio scarpe, spesa da consegnare… Mancava solo la collezione di farfalle), portarle a casa a conoscere i genitori.
Per intenderci, l’unico suo obiettivo era accasarsi con una minorenne.
Ovviamente applicando la regola che la mela non cade mai lontana dall’albero, anche i genitori erano abbastanza “atipici”. Basti dire che si dimostravano sempre entusiasti della nuova fiamma del figlio e, sorvolando sul pericolo di beccarsi una denuncia, parlavano subito di matrimonio pretendendo di conoscere i consuoceri.
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