Questa storia è di qualche anno fa, anche se fa parte di quei cult all’italiana che non passano mai di moda.
Come i film con Jerry Calà, almeno una volta nella vita li devi guardare.

Da settimane ogni mattina mi recavo nella sede di lavoro un po’ lontanuccia da casa, ma raggiungibile con i mezzi pubblici: 20 minuti di tramvia fino al capolinea + sfigatissimo autobus che passava ogni 26 minuti per portare la gente fra i capannoni.

Nel tragitto con i mezzi pubblici più o meno le stesse persone, di quelli con le facce assonnate, più la mia con l’aggiunta delle lacrime agli occhi per gli sbadigli e il cervello spento per la musica nelle cuffie a volumi impressionanti.

C’è un uomo, fra tanti.

Piacente, non proprio il mio tipo, ma sticatzi, nei mezzi pubblici guardi la fauna con fare distratto e i commenti mentali sono basici, del tipo: lui sì, lui no, lui forse, lui manco se fosse l’ultimo sulla terra, e così via.

L’uomo piacente mi fissa quasi ogni giorno.

Dopo svariati giorni mi sorride.
Ricambio.

Mi hanno educata bene, e comunque un sorriso a uno che ti sorride ed è pure piacente, mi pare una roba intrigante.

Un giorno, dopo sguardi e sorrisi, noto che fa una mezza piroetta su se stesso e con le mani fa un gioco che a lui sarà sembrato di prestigio, ma talmente goffo che chiunque si sarebbe accorto di ciò che stava accadendo: mezza piroetta per sfilarsi la fede dal dito e infilarsela in tasca.

Io, presa dal sonno e dalle lacrime degli sbadigli ogni 2 minuti, fino a quel momento la fede non l’avevo mica notata.
Anche perché piacente sì, ma non è che bramassi di andare oltre un sorriso.

Con il dito ormai nudo si avvicina e mi saluta.

Ciao, dice lui.
Ciao, rispondo io.
Sei qui ogni mattina, dice lui.
Sì, ho questa strana abitudine di andare a lavorare, dico io.

Mi piacerebbe offrirti un caffè o bere qualcosa con te dopo lavoro, per conoscersi un po’… sono giorni che ti noto, e mi piaci molto, dice lui.
Mi strofino gli occhi lacrimosi di sonno, sorrido come se avessi 15 anni e gli dico: invitiamo anche tua moglie, o andiamo soli tu ed io?

Rido ironicamente.

Lui arrossisce e continua dicendo: e chi ti dice che sono sposato?