A 19 anni è già sposata e incinta, a 22 anni ha già almeno 3 figli, non lavora perché non deve lavorare (e comunque non conosce alcun mestiere se non cucire, cucinare e pulire) e alleva le figlie femmine che dovranno crescere esattamente come lei e che per questo motivo vengono trattate come bambole, vestiranno con i loro stessi abiti, verranno esibite come principessine e dovranno imparare a cucinare da subito.
Essendo la sua vita un inferno di ipocrisia, la casa della mamma pancina deve diventare un paradiso barocco di ostentazione. Tutto deve essere immacolato, opulento, brillante. Spende un capitale per arredare la casa, pareti glitterate con greche in finto stucco, mobili volgarissimi in salotto, bagno e soprattutto in camera da letto, che deve sembrare l’alcova di un harem mediorientale se non fosse per la gigantesca sacra famiglia che campeggia sopra la testiera del letto. Nessun mobile deve possedere una linea retta, nessuna maniglia può avere un colore che non sia dorato, nessun angolo della casa deve ricevere meno di dodicimila lumen, nessun soprammobile può essere di un materiale meno prezioso dello Swarovski.
Quando la casa è già spaventosamente piena di oggetti, arredi, quadri, brillantini, cristalli e metalli preziosi comincia il secondo livello di malattia mentale: le coperture in raso con bordi ricamati. Si comincia con piccole cose, come le borse dell’acqua calda, il cassettone della serranda, la lavatrice. Poi si passa al bagno, con le coperture per water, bidet, scaldabagno, cassettiera, carta igienica. Tutto viene ricoperto da una coltre di rivestimenti in pizzo e merletti che rendono del tutto inutilizzabile alcun mobile o sanitario. Dopo il bagno si passa al salotto, alla camera da letto, alla cameretta della figlia e spesso anche al bagno di servizio, quello usato.
Il motore di questa esplosione di cafonaggine è la noia. La noia dei primi cinque mesi di ogni gravidanza.
Io sono entrato in questi bagni, in questi salotti, in queste camere da letto. Sono spaventose, si trovano cose merlettate che non potreste immaginare: copritelecomandi (per i televisori e condizionatori), copriscarpe, coprilampade, copriorologi da tavolo, copriportafoto, copriprese elettriche. Non solo ti senti a disagio ma non vieni mai lasciato solo un millisecondo, per il timore che le tue mani sudicie tocchino tutto quel raso immacolato, e se devi andare a pisciare la signora di casa ti accompagna fin dentro il bagno per mostrarti dove si trova la carta igienica e quale asciugamani devi usare. Giuro che è così, l’ho vissuto.
Febbraio 12, 2023 alle 12:53 am
Uno dei migliori post che abbia mai letto. Grazie per illustrare questa triste realtà.