Il giorno della festa, in una chiesa gremita da famiglie gioiose e neonati piangenti, arriva finalmente il momento di presentare alla comunità il nuovo arrivato.
Davanti alla fonte battesimale, con il microfono in mano, il curato, tronfio del suo successo chiede:
“Come chiamiamo questa dolce creatura?”

E la madrina, posso immaginare ancora adesso il suo sorriso:”Si chiama Mirko!”.

Orrore, disgusto sul viso del prete che ribatte:”E poi?”.

“E poi niente, questo bambino si chiama Mirko, M. Mirko!”.

PS: Negli anni a venire, il povero don, ogni volta che mi incontrava non mancava di tirarmi uno scappellotto, che ha assunto significato solo quando la zia mi ha raccontato la storia del mio battesimo.