Pensate alla sfiga.

Il caso umano, per me, sono i due vicini di casa che abitano di fronte a me.
Pensate alla sfiga.
Per tutta la vita ho vissuto o i condominio o in appartamenti con un consistente vicinato (nulla da spartire con le grandi città, certo, però comunque c’era una bel numero di persone).
Nel 2015 io e mia madre decidiamo di cambiare aria e compriamo casa in mezzo alla campagna friulana, con un ettaro di terreno su cui è sorta la fattoria. Meraviglioso paesaggio, uccellini che cinquettano sulle finestre, incontri del terzo tipo con ogni sorta di animale selvatico (sfortunatamente anche le volpi che si sono affezionate alle nostre galline), fiume che ci delimita la proprietà su tre lati ed un bosco situato nell’ettaro di terreno.
Sfortunata vuole che non siamo soli, ma inizialmente non era un grosso problema. Tre case: noi, una signora anziana che non abbandonerebbe casa sua manco sotto attacco nucleare e… I vicini. Un uomo di oltre ottant’anni e la sua “””badante””” slovena di sessanta e rotti anni.
Piccola nota: tale signora vive in Italia da quasi vent’anni e quasi non spiccia parola in italiano, solo per farvi capire che questa donna non esce mai di casa.
Comunque.