La conosco in ambito professionale.
Dal nulla scappa un bacio, mi dice che sono un uomo interessante e che vuole conoscermi.
Le propongo di visitare insieme un museo e lei accetta di buon grado, visto che l’arte e la cultura sono passioni in comune.
Usciamo dopo qualche giorno, al mattino vado a prenderla con la moto, andiamo al museo, passiamo in totale poco più di un paio d’ore insieme, poi la riaccompagno, perché doveva necessariamente rientrare per pranzo.
Ci rivediamo dopo qualche giorno per motivi lavorativi.
Mi dice che mi ammira, che ama tutto quello che faccio, ma c’è un lato del mio carattere che le ha fatto capire che sono un uomo diverso da quello che cerca.
Accetto la sua decisione, ci mancherebbe, ma per curiosità le chiedo quale sia il lato del mio carattere che le abbia provocato un cambiamento così repentino, anche per effettuare un’opera di auto miglioramento.
Mi risponde che lei è una donna autosufficiente e il fatto che io sia andato a prenderla, che l’abbia riaccompagnata a fine appuntamento e che al bistrot abbia spostato la sedia dal tavolo per farla accomodare, è indicativo che io voglia metterla su un piedistallo e minare la sua autonomia e indipendenza di donna.
Il CU sono io, ne sono sempre più convinto.
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