A un certo punto mi sento battere sulla spalla.
È il tizio del porno.
Mi chiede, anche piuttosto scazzato:
“Potresti abbassare il volume?
Si sente dalle cuffie.
È pure alto: ti fa male.”
Ovviamente mi si spegne il cervello.
La mia risposta, grossomodo, è stata:
“Uh, grazie! Pensa se mi avessi beccato a guardare un porno!”
Se non mi hanno sentito fino al vagone di testa ne rimarrei profondamente deluso.
Silenzio generale, il tizio avvampa, quello seduto di fronte a me ridacchia, l’uomo con la testa nel cellulare ritorna alla realtà sentendo la parola “porno”.
Sorrido da psicopatico perché ho appena passato un’ora a immaginare puffi orgiastici.
Il tizio si alza, prende lo zaino e si allontana.
Ad ora non è tornato.
Non so se era un Caso Umano.
Ma qualcuno mi tolga dalla testa i puffi.

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Claudio Michelizza

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